
Narrano,
le Cronache dell'Epoca, che in un atto stilato nel 1178, nel quale il Comune ed
il Vescovado di Siena cedettero a quello di Firenze metà del Castello di
Poggibonsi, con annesse case e terreni, presenziò come Teste, a questo
importante avvenimento, Messer Berlinguierus Rubei (Berlinguiero del Rosso). Questa Sua presenza dà sicuramente
credito ad una posizione sociale già di grosso rilievo poggiante su radici
storiche consolidate.
Ancora notizie frammentarie ci fanno conoscere Cione di
Lapo, che fù elevato alla carica di Priore nel 1288. Detta Carica veniva
assegnata a rappresentanti delle Arti ed ad Essi erano demandati poteri
decisionali sulle vicende Comunali. Oltre a ciò veniva Loro attribuito il nome
di Signori ed assieme al Gonfaloniere di Giustizia formavano la Signoria. Dopo
Cione, ben altri dodici discendenti del Casato furono elevati a cosi importante
incarico.
Sandro Del Rosso, eletto nel 1529, anno in cui cadrà la
gloriosa Repubblica Fiorentina, sara' l'ultimo. L'importanza di detta Carica
dette origine alla emissione di una legge con la quale venne sancito che i loro
discendenti potevano essere integrati nella Nobiltà.
Altri personaggi di un certo rilievo storico furono :
Mangia
di Cosimo (1294) Notaro della Signoria
Raimondo di
Vieri (1330) Tesoriere e Cavaliere della Milizia Aurata
Boccia di
Niccolò (1401) Commissario della
Repubblica Fiorentina a S.Giovanni Valdarno
Antonio di Cosimo (1417) Gonfaloniere del Vessillo del Leon d'Oro del
quartiere di San Giovanni, dove ebbe Case e Fondachi di Commercio
Rosso
di Joannella (1490) Pittore e Affreschista di chiara fama.
A Lui è attribuita " La Vergine accompagnata dai
Santi" conservata tutt'oggi a Palazzo Pitti.
Continuando a ricordare i Del Rosso che nel corso dei
Secoli dettero onore e lustro al nostro Casato abbiamo:
Paulo
Francesco (1501) Cavaliere Gerosolimitano di Gerusalemme. Ordine fondato da
Goffredo di Buglione.
Per entrare in detto Ordine si dovevano provare cosidetti
"Quattroquarti", cioè discendenza nobile da parte di padre e madre.
Il suo stemma, che avrete già ammirato all'inizio, fù
così blasonato : "Branca di Leone d'oro posta in fascia Vajata
d'azzurro e argento con elmo sovrastante"
Nella simbologia araldica la Branca di leone fù
usata dai Ghibellini per Emblema di fortezza e lavoro. Il Vajatico, è la seconda delle pellicce di
pregio, significa preminenza di onori e nobiltà. |
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Paulo
Francesco Del Rosso, unitamente al fratello Bartolomeo,in gioventù, aveva
partecipato alla strenua difesa di Firenze (1529/30) durante il memorabile
assedio conclusosi con la caduta della gloriosa Repubblica Fiorentina. Sconfitti
nuovamente nella battaglia di Montemurlo (1534), nella quale cadde prigioniero
Filippo Strozzi, i due fratelli riuscirono a fuggire trovando rifugio in
Valdinievole, presso i loro parenti, rimanendovi per un certo periodo.
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Paulo
Francesco, tornato a Firenze, ebbe numerosi incarichi per i quali ricevette
onori e lodi. Conoscitore profondo della lingua Latina fù definito " Ameno
Poeta, Gloria delle Lettere e Ornamento della Patria ". Fù nominato
Cavaliere della Religione di San Giovanni Battista e Accademico Fiorentino. Dettò
le " REGOLE ", osservanze ed avvertimenti di come scrivere la lingua
Toscana in prosa ed in versi (1545). Tradusse dal Latino l'opera di Caio Plinio
" Degli Uomini Illustri ", edito in Venezia nel 1548 : Ha lasciato un
Commento su " La Canzone " di Guido Cavalcanti, dedicata al Grande
Cosimo dei Medici. Traduttore di opere illustri (1568) celebrò con versi latini
e toscani le lodi di Michelangelo Buonarroti, stampate dalla Tipografia Giusti
nel 1564. |
Inoltre un suo Sonetto trovasi stampato in fondo ai due trattati di
Benvenuto Cellini, in lode di questo. L'ultima sua opera letteraria (1568) ha
per titolo " Storia delle Religioni di Malta ".
Questo nostro illustre antenato muore nel 1569 e fù
sepolto nella bella Chiesa di San Marco.
Andrea figlio
di Antonio Del Rosso, del ramo Firenze-Signa.
A questo Ramo appartennero 4 Senatori ed un Vescovo,
Monsignor Ottavio, il quale resse la Diocesi di Volterra dal 1685 al 1714. Il
figlio Lorenzo fù colui che trasferì questo ramo della famiglia in quel di
Pisa, sul finire del Secolo. Andrea, oltre a Lorenzo, ebbe altri due figli,
Antonio e Domenico.
La famiglia accumulò cospique fortune, infatti in un
elenco dei contribuenti alle Decime del Vessillo del Drago, nel 1576, sono
tassati per 300 Ducati. Andrea e successivamente suo figlio Domenico, che vi
entrò nel 1583, furono ammessi tra i Cavalieridell'insigne Ordine di Santo
Stefano. Ordine istituito da Cosimo dei
Medici in ricordo della vittoria
sulle truppe francesi avvenuta nel giorno dedicato al Santo (1554)
A questa Istituzione
erano ammessi solo coloro di provata Nobiltà.
Inoltre le cronache riportano che con Decreto emanato il
27 Gennaio 1577, Andrea
fù iscritto al Patriziato Fiorentino.
Agostino
figlio di Michele. Giureconsulto, sposò, nel 1630, una donsella di Casa
Panciatichi di Pistoia, la quale portò in dote molti possessi in Valdinievole.
Egli fù anche segretario di Paolo di Domenico Bardi
in quei tempi Podestà di Monte Catino.
Antonio di
Niccolo'. (1750). Giureconsulto,fece parte dei Conservatori di Legge di Pistoia,
i quali avevano l'alto compito di sorvegliare che tutti i Magistrati agissero e
sentenziassero con spirito di giustizia.
Don
Millito. Monaco e predicatore dell'Ordine Vallombrosano, nato in Monte Catino, fù
Priore per lunghi anni. Improvvisamente, nel 1769,divenne Apostata e da
quell'anno nè furono perdute le tracce.
Zanobì di
Francesco. Insigne Architetto e Letterato. Accademico degli Arcadi con il nome
di " Ofilio Marantonio ". Sono di Lui le due grosse opere titolate
" Dall'arte di amare " e " Rimedio d'amare " (1765).
Sotto
il Granducato di Leopoldo 1° di Lorena, fù Architetto alle Regie Fabbriche e
Giardini. Tenuto in alta considerazione dallo stesso Granduca, anche se in alcune
Sue annotazioni pone in rilievo il carattere particolarmente difficile, gli
affidò numerosi incarichi. Progettò la Tribuna e le Cappelle laterali della
Chiesa del Carmine in Firenze (1765). Disegnò e ne segui la costruzione della
Kaffeehause in Boboli (1775) e successivamente la arricchì con decorazioni alla
volta del Saloncino Centrale e dello Stanzone degli Agrumi
(1785). |
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Oltre al "Kaffeehause " in Boboli,
Egli progettò la trasformazione della Fortezza Medicea a Siena (1779)
per adibirla a passeggio pubblico. Sempre in Siena, su suo progetto, venne
costruita la Sinagoga.
A
Zanobi sono attribuite anche le opere all'Oratorio di Sant'Onofrio a Dicomano
(1792) per la famiglia Delle Pozze e lo Scalone dell'ex Convento dei Filippini
nel complesso di San Firenze. Fù lo stesso Zanobi, secondo quanto sostenuto da
suo figlio Giuseppe, lui stesso Architetto, che a seguito degli inconcludenti
esiti del Bando di Concorso del 1774 fù deciso di ritornare alla prima idea di
situare il gruppo della " Niobe "
nello stanzone degli Uffizi e quindi fù rimesso al Granduca Leopoldo un
disegno per l'arredo del locale, concertato da Zanobi Del Rosso e dai pittori
Giuliano Traballesi e Giuseppe Del Moro e dallo stuccatore Giocondo Albertolli.
Le stesse annotazioni di Giuseppe Del Rosso sostengono l'attribuzione di
progettazione dell'ultimo tratto dello Scalone degli Uffizi e che nella medesima
Galleria disegnò e diresse il Gabinetto delle Gemme e gli Ornamenti della Sala
detta della " Niobe ".
Lavori finiti nel 1779. Zanobì ebbe un fratello di nome
Giovanni, Teologo e Canonico della " Metropolitana Fiorentina ".
Giuseppe
figlio di Zanobi Del Rosso, Architetto, ha lasciato molte impronte del suo valore creativo. Nel 1793 progettò la
Scala di accesso al Casino del Cavaliere in Boboli. sempre nello stesso anno
dette alle stampe l'opuscolo " Dell'Economica costruzione delle Case di
Terra " destinato ai Contadini. L'anno successivo, ancora nella stessa
Firenze, espose ai " Georgofili " una sua idea su " Comode
abitazioni per uso del basso Popolo ". Nel 1796 progettò " La
Cappella della Madonna del Conforto " in Arezzo, diventata, ben presto,
meta di Pellegrinaggio.
Giuseppe
Del Rosso (1818) aveva previsto la realizzazione di un Cenotafio, in onore di
Dante Alighieri, ideando un portico, a imitazione di altri innalzati
a Roma, in faccia al fianco destro del Duomo, ove un frammento di marmo,
dai più dimenticato, ricorda il Suo nome immortale col titolo di " Sasso
di Dante ". L'ultima sua Opera creativa, conosciuta, la troviamo a Volterra
con Emblemi di carattere Etrusco (Delfini Tirreni ed Erme di Giano) datati 1830.
Nel Secolo Diciannovesimo abbiamo Giovanni, medico, che
compì importanti studi sulle malattie infettive e Francesco autore di
buonissime opere a carattere vario che videro la luce in Pistoia.
Nei suoi primi anni di questo Secolo vogliamo ricordare
Ezio Del Rosso, detto " Pisseri ", che con le sue imprese ciclistiche
si rese famoso in molte parti del Mondo.
Un doveroso ricordo và anche a Maria di Ferdinando Del
Rosso, donna pia e mite, che ebbe
l'onore di essere la consorte del primo e benemerito
Sindaco di Bagni di Montecatini, come a quei tempi era chiamata la nostra città
(1906).
Fra i contemporanei abbiamo Enrico di Armando Del Rosso,
che ha ricoperto la carica di Sindaco di Montecatini Terme dal 10-6-1968 al
2-8-1975
Sicuramente molti altri avrebbero meritato di eseere
ricordati, ma purtroppo le nostre conoscenze si limitano a quanto fino ad ora
riportato.
Agli uni ed agli altri dedichiamo tutto il nostro rispetto
ed orgoglio.